Che cos’è il limite? Cosa significa nella vita quotidiana, o nelle scienze? Il limite è una magia perché in sé ha tutto e niente, può delimitare o aprire, apparire o far scomparire, inglobare o espellere

Un giorno quasi per caso, ci ritroveremo tra gli Angeli, compresi quelli caduti, mentre altri esseri si ritroveranno a porre la loro pietra angolare sul nostro pianeta. Non sappiamo cosa veramente accadrà perché chi è andato avanti ha oltrepassato un limite a noi sconosciuto e chi è arrivato l’ha passato senza memoria. In qualche maniera bisogna prendere atto che è proprio la parola limite a trainare consciamente o inconsciamente i nostri pensieri che tendono all’infinito o al finito proprio come viene teorizzato nelle materie scientifiche dove la matematica è la centralina che illumina tutta quest’area di studio. Più precisamente la definizione e operazione del passaggio al limite consente di determinare il valore cui tende la funzione nell’intorno di un punto o all’infinito; in entrambi i casi l’immagine ammetterà soluzioni e quindi la sua esistenza. La realtà è valida per entrambe le situazioni e questo può farci solo riflettere sul profondo significato che assume oltre la definizione scientifica perché ciò che siamo e ci circonda è un caso limite, una zona di continui passaggi e mutazioni dove il passato, il presente e il futuro perdono la loro identità lasciando spazio a una sospensione che può non finire mai. Il limite è una magia perché in se ha tutto e niente, può delimitare o aprire, apparire o far scomparire, inglobare o espellere. Quando limitiamo un qualcosa cercando di dargli una forma, in verità lo stiamo confinando in se stesso senza nessuna opzione di modifica. Se invece, lasciamo che il limite sia varcabile, quella stessa forma può cambiare, rimodellarsi evolvendosi, o degenerare fino a sparire.


La matematica e insegnante Emma Castelnuovo, basandosi proprio sul caso limite e l’importanza del movimento delle figure geometriche, descrisse tutto questo attraverso un gioco che faceva sempre, usando un semplice spago legato che teneva tra le dita; avvicinandole o allargandole formava tanti rettangoli e un quadrato e poi chiedeva: «il perimetro di queste figure è sempre uguale, e l’area resta uguale? Provate a rispondere…». La risposta era: «sì, l’area è sempre uguale perché lo spago è lo stesso e quello che va via da una parte si recupera dall’altra ». E allora le sue dita si stringevano sempre di più fino ad arrivare al caso limite quando lo spago si riduceva a due segmenti sovrapposti. Nel suo insegnamento alle scuole medie Tasso di Roma, Emma Castelnuovo aveva rivoluzionato il modo di percepire la matematica collegandola direttamente all’intuizione e alla creatività. Per ogni tema trattato, il legame con la realtà era fortissimo, mentre i calcoli venivano dopo. Attraverso queste esperienze concrete, a metà del Novecento, nelle sue lezioni si divulgava una matematica “alta” in cui si affrontavano il grande e l’infinito, ma anche il piccolo e l’infinitesimo attraverso ragionamenti per casi limite. Si partiva dalla realtà per andare verso la sua astrazione, procedimento molto analogo alla filosofia alchemica dove la trasformazione per mezzo della pietra filosofale permetteva il passaggio da uno stato a un’ altro della materia: dai metalli vili all’oro. Per quanto molti la vedevano come una ridicola forma di magia, non mancarono le attenzioni di alcuni scienziati dell’epoca, tra cui Newton, verso questi esperimenti alchemici che aprirono le porte alla nostra chimica moderna.


L’intuizione che la materia poteva trasformarsi cambiando la sua struttura interna rappresentava l’idea di superare quei limiti che il pensiero umano confinava dentro la razionalità e regole, per accedere al divino e ai segreti del cosmo. Era come passare una soglia, un portale dimensionale verso l’infinito per imparare i segreti della creazione cercando l’immortalità sempre per mezzo delle sostanze della pietra filosofale. A oggi, rimangono vane tracce di sperimentazione in laboratorio che per quanto irrazionali e folli, hanno segnato un passaggio importante: quello di superare sempre i limiti per una continua trasformazione che è al di là della forma e della materia per accedere alla pura essenza della vita. ( Pamela Ferri )

Articolo pubblicato sulla rivista cartacea Art App Magazine n. 27














































































































Nella MatriceMater esistono due fasi: quella che va dal 
