Un salto nella realtà dello zero

Se non c’è Zero, non c’è continuità ne valore intermedio tra due esistenze di qualunque forma o funzione. Ma anche nel non senso, paradossalmente, lo Zero assume importanza perché permette di connettersi almeno in un punto di realtà. Proprio questo punto stabilisce involontariamente la continuità tra la dimensione del mondo come lo conosciamo e le cosi dette dimensioni parallele. Possiamo paragonarlo ad un salto quantico dove tutto ha una molteplicità di sfaccettature. Le nostre azioni, sentimenti, pensieri, emozioni, in sintesi la nostra stessa vita, non finisce con la morte del corpo perché esso è solo il punto Zero dell’Anima che viaggia nell’Infinito. Se nel Teorema dello Zero c’è bisogno di continuità tra due estremi A e B, nel salto quantico c’è una sorta di passaggio dove non ci sono percorsi intermedi e lo zero non è più un punto tra due esistenze ma lo spazio necessario per intersezioni molteplici basate su trasporti temporali non collegati al corpo materiale ma all’energia di corpi vibranti connessi tra loro tramite l’elettromagnetismo. Tali campi elettromagnetici sono forze potenti, che non solo appartengono al nostro pianeta irradiandosi dal suo nucleo fino alla superficie terreste, ma andando oltre e arrivando nel cosmo. Un’unica architettura concepita come fosse una grande maglia strutturale invisibile con punti d’incrocio detti “nodi” paragonabili al valore zero. Infinite intersezioni spaziali che non servono solo a collegare e sostenere un qualunque sistema ma fungono come accumuli energetici. Questi spazi di connessione provocano anche nel nostro organismo diversi stati dell’Essere che se polarizzati correttamente, raggiungono alti gradi di benessere interiore oltre ad innescare un equilibrio elettromagnetico più grande che unito ad altre forze cosmiche crea possibili passaggi ed espansioni dimensionali attraverso il Tempo.

Isaac Asimov, scrittore, biochimico e divulgatore scientifico, nel suo romanzo di fantascienza “La fine dell’eternità” non solo racconta di un viaggio nel tempo, ma come poterlo manipolare con l’intento di eliminare dalla realtà tutte le imperfezioni della storia umana. Rendere inaccessibile il susseguirsi degli eventi, la loro continuità con le loro imperfezioni significherebbe non avere nessun punto intermedio, nessun valore zero che connetta liberamente due o più esistenze. Se pur in un romanzo di fantascienza, l’autore tocca un argomento importante, che è il tentativo continuo di controllare gli eventi tramite una falsa Eternità. Fortunatamente la Realtà o le realtà parallele, in qualche maniera non razionale, riescono a sgretolare costantemente questo tentativo distruttivo perché come sosteneva Asimov: Il numero di Realtà è infinito. Il numero di ogni sottoclasse di Realtà è infinito. Ad esempio, il numero di Realtà che contengono l’Eternità è infinito, il numero di Realtà che non la contengono è infinito, il numero di Realtà in cui l’Eternità esiste ma viene abolita è infinito.

Immaginiamo per un istante cosa ci accadrebbe se fossimo solo anima e pensiero senza l’involucro del corpo che possiamo paragonare alla nostra “casa” materica. Immaginiamo ancora di viaggiare nel Tempo, muoverci velocemente senza il peso gravitazionale. L’infinito e il Tempo si materializzerebbero costantemente come Realtà e non come un qualcosa di invisibile che non si può toccare perché in quel momento non possiamo toccare neanche noi stessi. Allora, forse vedremmo la loro struttura, il loro vero spazio che contiene il nostro perché fatti della stessa sostanza, della stessa essenza; il punto zero che esiste in una continuità spaziotemporale che si  connette a  noi e viceversa proprio come scriveva nel 1961 in “ Ricordi, sogni e riflessioni” il filosofo Carl Gustav Jung scrive: La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell’universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell’anima.

Il punto zero dell’interconnessione tra l’esterno di una geometrica armonica della natura insieme a quella  artificiale costruita dall’uomo con il nostro interno, fatto essenzialmente dal pensiero intuitivo e logico, anima e spirito, dovrebbe produrre un certo equilibrio. Ma se questo punto di connessione è sempre in continuo movimento nella realtà temporale, come possiamo mantenere costante  e continuativo un rapporto del genere? Tutto ciò non sarebbe veritiero, perché nella fase di continuità, sia nel mondo reale e visibile, che in quello sottile delle energie che sprigioniamo e assorbiamo come magneti, il rapporto tra l’esterno e l’interno ha necessità di mutare e trasformarsi ciclicamente, non di adeguarsi ad un certo ordine come àncora di salvataggio. Tutto questo si ripete dimensionalmente dalla scala microscopica a livello cellulare a quella multidimensionale, espansa o compatta dell’Universo perché anche esso può ricominciare da Zero. In una delle ultime ricerche della cosmologia moderna si è dimostrato che a ogni Big bang, cioè a ogni “rinascita”, l’Universo potrebbe avere la possibilità di ricominciare da zero: ovvero, “dimenticare” il suo passato e svilupparsi in modo diverso.

Che cos’è tutto questo? Semplicemente un salto nel grado zero della realtà, o meglio, un salto nella realtà dello  zero e non c’è da stupirsi perché lo zero è un numero, un valore straordinario. Simboleggia ciò che sta prima dell’uno, ma al tempo stesso contiene l’uno, se è vero che zero elevato a potenza zero dà uno. Contiene non solo quel che non è ancora ma addirittura quel che esso nega. Posto lo zero, è posto anche l’uno; e con l’uno la serie infinita dei numeri, vale a dire il Tempo nella sua continuità lineare o parallela e la possibilità che le cose accadano. Ce ne serviamo per indicare una realtà negativa, realtà che non esiste compiendo operazioni impossibili e riuscendo a pensare ciò che diversamente resterebbe inaccessibile. Lo zero pur viaggiando in parallelo con il concetto metafisico del Nulla, ha una sottile differenza: è un qualcosa, un numero, un simbolo, anche quando abbiamo una realtà puramente negativa o una realtà che viene prima della realtà, come il tempo immaginario che sta prima del tempo reale. Il nulla non è nulla ma vale il suo concetto metafisico sul senso e non senso dell’Esistenza; ovviamente cosa non da poco ma se guardato da un’altra prospettiva si può accedere tramite l’intersezione Zero nei sui mondi infiniti.  

Che cos’è Niente? È Niente. Come la Divinità, Niente è immenso, incommensurabile e si stende al di là di tutte le cose. Niente è immutabile e indivisibile: non può essere aumentato o diminuito. Aggiungete Niente a Niente e il risultato è Niente. Sottraete Niente da Niente e resterà sempre Niente. Niente viene da Nessuno, e tutto quello che vediamo nella natura proviene da Niente. Questo sole così luminoso, questi astri così brillanti, queste affascinanti fontane, queste così ridenti praterie, queste pianure tanto gradevolmente diverse, questi laghi, questi mari, queste montagne, queste miniere così preziose che in esse si nascondono, tutto ciò è stato fatto da Niente”.

(Luis Coquelet _Elogio di Niente Dedicato a Nessuno)

Articolo pubblicato su ArtApp Magazine n. 25

Articoli collegati:

La Terza Superficie ArtApp Magazine n.24

Matrice Frattale ArtApp Magazine n.23

1 pensiero su “Un salto nella realtà dello zero”

Lascia un commento